Sentiero geologico Giorgio Achermann in Val Ravella

La Pietra e l’Acqua

Il sentiero geologico Giorgio Achermann in Val Ravella Canzo (Como)

Il Sentiero Geologico della Val Ravella a Canzo (CO) è stato pensato e realizzato dal nostro fondatore, Giorgio Achermann, per far conoscere le particolarità geologiche del Triangolo Lariano. A vent’anni da allora, e a quasi dieci dalla sua scomparsa, il Gruppo Naturalistico della Brianza è lieto di salutare la conclusione dei lavori di risistemazione dell’intero percorso e la sua dedica all’indimenticato Achermann. A completamento di quest’opera, voluta dal Gruppo e dall’ERSAF, esce anche questo opuscolo illustrativo, curato proprio da chi ha raccolto la sua eredità nella redazione della rivista “Natura e Civiltà”, da lui fondata oltre quarant’anni fa per informare, educare, sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni al rispetto e all’amore per la Natura. Ci auguriamo che questa pubblicazione, nello spirito che ha contraddistinto l’azione di Achermann, aiuti chi percorre i nostri sentieri a guardarsi attorno con occhi più attenti e consapevoli della bellezza e della complessità della Natura che li circonda e sentire così l’esigenza della sua conservazione.
Difendiamo oggi il mondo di domani!

Cesare E. Del Corno

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Il “Sentiero Geologico” della Val Ravella, uno dei primi percorsi didattici a tema delle Prealpi e senza dubbio tra i più frequentati, venne realizzato agli inizi degli anni ’80 dal Gruppo Naturalistico della Brianza per far conoscere alcuni dei più interessanti aspetti geologici del Triangolo Lariano. Il sentiero è stato recentemente risistemato e corredato da nuovi pannelli ricchi di informazioni, a cura dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) di Erba, in collaborazione con il Comune di Canzo, la Comunità Montana Triangolo Lariano, l’Amministrazione Provinciale di Como ed il Gruppo Naturalistico della Brianza.
Il tracciato è stato dedicato al giornalista svizzero Giorgio Achermann, che ne era stato l’ideatore, per ricordare la sua grande opera di sensibilizzazione verso la protezione della Natura “di casa nostra”.
Il sentiero attraversa una zona di grande interesse per la ricchezza e la varietà dell’ambiente naturale e per le numerose testimonianze storico-etnografiche ancora presenti.

La parte alta della Val Ravella è occupata dalla Foresta Regionale dei Corni di Canzo, vasto complesso boschivo di 450 ettari, la cui porzione sul versante idrografico sinistro è compresa anche nella Riserva Naturale Sasso Malascarpa, un’area protetta regionale di primario interesse geologico, geomorfologico e botanico. Il paesaggio qui è stato modellato dalla lenta e inesorabile azione di dissoluzione esercitata dall’acqua piovana sulla roccia calcarea, che ha determinato il caratteristico aspetto del Sasso (da cui la Riserva prende il nome), simile ad una ciclopica muraglia rocciosa e le spettacolari manifestazioni carsiche dei campi solcati, fessure strette e profonde, simili alle impronte lasciate sul terreno dalle ruote di un carro.

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Nell’area del Sasso Malascarpa si segnala la presenza di una particolare flora ricca di preziose piante endemiche tipiche dell’ambiente rupicolo calcareo e di numerose specie di pipistrelli. Sia la Foresta Regionale che la Riserva sono gestite dall’ERSAF.
Non si possono dimenticare le tracce della presenza umana nei secoli. Meta tradizionale di pellegrinaggi è il Santuario di S. Miro al Monte, edificato a partire dal 1643 vicino all’eremo di San Miro Paredi, nato a Canzo intorno al 1336 e morto a Sorico nel 1381.Numerosi sono i miracoli a lui attribuiti, legati soprattutto al dono della pioggia: secondo la tradizione avrebbe fatto scaturire anche una sorgente d’acqua, che sgorga tuttora dalla roccia sul piazzale antistante la piccola Chiesa. Inoltre, fino alla prima metà del Novecento, in Val Ravella risiedevano ancora numerose famiglie dedite all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Tracce di queste attività tradizionali sono rimaste nei fabbricati rurali a Prim’Alpe (Alpe Grasso) e Terz’Alpe (Alpe Piotti) e nei ruderi in località Second’Alpe (Alpe Betulli), Alpe Alto e Alpetto. Alla fine degli anni ’50, presso Prim’Alpe, dopo l’acquisizione dell’area da parte dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (ASFD), è stato realizzato un vivaio per produrre le essenze (soprattutto conifere) destinate al rimboschimento degli ex-pascoli e dei vecchi terrazzi agricoli in prossimità delle “Alpi”. La proprietà è poi passata nel 1980 alla Regione Lombardia, che la gestisce tramite l’ERSAF (ex Azienda Regionale delle Foreste). Attualmente nell’antico nucleo di Prim’Alpe funziona un Centro Visitatori della Riserva e un Centro di Educazione Ambientale attivi tutto l’anno, con possibilità di ristoro e pernottamento. Attorno alla struttura è stato realizzato anche un interessante Percorso Botanico, con oltre 60 specie vegetali catalogate.
La Val Ravella è anche il punto di partenza di molti sentieri che interessano il gruppo montuoso Corni di Canzo – Prasanto – Moregallo.

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