Riprendiamo…
Ormai è settembre, le vacanze sono finite. Le città si ripopolano, riprende la vita di tutti i giorni. Rimane però il ricordo dell’estate, e, per chi si è recato in villeggiatura, dei luoghi che per qualche tempo sono stati la sua nuova “casa”. In montagna, al mare, al lago, in campagna, in Italia o all’estero, le vacanze dovrebbero essere state – oltre che un momento di riposo e di divertimento – anche un’occasione per ritrovare un contatto più vero con sé stessi, gli altri, la Natura, la cultura.
A proposito delle montagne, abbiamo riletto l’articolo di apertura del primo numero di Natura e Civiltà, scritto dal nostro indimenticabile fondatore Giorgio Achermann nel lontano 1966. Ve lo riproponiamo come riflessione sempre attuale sulle bellezze della Natura e sulla necessità di rispettarle e tutelarle.
«Le nostre montagne devono rimanere come sono: coperte di prati e di pascoli verdi e fiorenti, non di risecchite e giallastre cotiche erbose; coperte di un manto vegetale selvoso denso e robusto; devono essere irrorate dalle acque di precipitazione in superficie e nel sottosuolo e non artificialmente drenate e disidratate; devono presentarsi costellate di bacini lacustri, di morene, come la morfologia naturale le ha modellate; devono essere difese nei silenzi delle alte solitudini, dove qualche specie animale e vegetale combatte l’ultima battaglia per la sopravvivenza.
Così devono rimanere le nostre montagne, perché così esigono scienza e cultura, ma anche perché abbiamo bisogno, prigionieri come siamo della moderna civiltà meccanica, di luce e di aria, di profondissima quiete, di prospettive senza confini, dove le pupille si aprono ai colori del verde vegetale, all’azzurro di alti cieli, al candore delle nevi, dove ad un maggior ritmo fisico s’accompagni una non artificiale serenità dello spirito».