Contro l’uccellagione

Contro l’uccellagione

Già agli inizi della sua storia, il Gruppo Naturalistico della Brianza ha aspramente criticato e condannato alcune forme di caccia ritenute estremamente nocive, distruttive, antisportive e fuori del tempo. Tra queste, in particolare, l’uccellagione, cioè la cattura degli uccelli canori e migratori con reti nelle uccellande, roccoli e bresciane.
Non tutti in Italia sapevano che la maggior parte degli uccelli catturati erano oggetto di una assurda commercializzazione, per essere venduti ai mercati degli uccelli come richiami o per “scopi amatoriali”, il che equivaleva a finire il resto della loro vita in misere gabbiette.
Anche l’uso del vischio era parte di queste di queste forme estremamente dannose per l’avifauna europea.
Sebbene il Gruppo Naturalistico fosse allora – negli anni ‘60 – l’unica associazione a combattere apertamente questo aspetto della caccia, trovò subito comprensione e appoggio da parte di diverse associazioni protettrici estere, specialmente in Germania, in Olanda e in Svizzera; in Italia fu appoggiato dai Liberi Cacciatori (!).
Tra le molte iniziative svolte se ne possono ricordare alcune, le più significative.
Il 3 aprile 1976, dopo un Convegno a livello europeo organizzato dal Gruppo a Milano, i ragazzi di una scuola di Desio liberarono alcune centinaia di uccelli catturati con le reti. Detti uccelli erano stati acquistati con i denari raccolti da scolari olandesi. Si trattava di un’azione di protesta contro il perdurare della famigerata uccellagione in Lombardia. Domenica 31 ottobre 1976 – cioè nello stesso anno – in presenza di delegati provenienti da diversi Paesi europei, fu inaugurata una statua in bronzo rappresentante un ragazzo nell’atto di liberare simbolicamente degli uccelli.
L’opera fu eseguita per incarico della Stichting Mondiaal Alternatief Olanda e dal Gruppo, dallo scultore milanese Virginio Pessina. La cerimonia, presenti il Sindaco e il Corpo Musicale di Desio, nonché il Console Olandese a Milano, si svolse nel Parco della Torre dei Palagi a Desio, di proprietà del nostro socio Pio Mariani. Attualmente la statua si trova nel cortile della sede della Comunità Montana del Triangolo Lariano a Canzo.
Al sopra accennato Convegno di Milano, le delegazioni estere ci consegnarono oltre due milioni di firme con la richiesta dell’abolizione dell’uccellagione, profondamente detestata nei Paesi centro-europei e scandinavi.
Negli anni seguenti furono distribuiti decine di migliaia di pieghevoli contro questa forma aberrante della caccia, che purtroppo era ancora tollerata in cinque regioni (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana). L’ultima serie di pieghevoli distribuiti in tutto il Paese, risale all’inverno 1988-1989. Molte firme di protesta sono state inviate al Gruppo, sia dall’Italia che dall’estero; queste sono state consegnate, il 15 gennaio 1990, a Roma, all’on. Nilde Iotti, durante una conferenza stampa. In seguito la Legge Quadro nazionale sulla caccia aboliva l’uccellagione, ma, come purtroppo accade spesso, alcune deroghe permettevano ancora l’uso dei richiami vivi. Per questo sono state nuovamente raccolte firme in appoggio ad una proposta di legge, la n. 3690, presentata il 13 maggio 1997 dall’on. Marco Taradash e da altri 27 deputati, intesa ad ottenere l’abolizione definitiva dell’uccellagione, della caccia da appostamento fisso e dell’uso degli uccelli vivi come richiami. Anche queste firme sono state consegnate in Parlamento. Un passo avanti era stato fatto anche dal nostro sport: il CONI, che riunisce tutte le Associazioni sportive, ha escluso dal suo ambito la Federcaccia che non aveva i requisiti richiesi per farne parte: questo significa che per gli Italiani ora la caccia non è uno sport!
Ma dobbiamo sempre vigilare!