SOS Rospi

SOS Rospi

Seguendo l’esempio di iniziative sviluppate nell’Europa Centrale, il Gruppo Naturalistico della Brianza, già dagli anni Ottanta dello scorso secolo, ha posto una grande attenzione al problema della salvaguardia degli Anfibi in generale e in particolare dei rospi (Bufo bufo). Infatti all’inizio di ogni primavera questi animali migrano per la riproduzione, portandosi dagli ambienti abituali dove conducono la loro vita attiva ed i periodi di svernamento (boschi e campagne) a piccole raccolte d’acqua o a laghi con rive paludose. Durante questi spostamenti i rospi sono in grado di compiere migrazioni in massa anche di alcuni chilometri, con il loro incedere lento e goffo, in particolare durante il crepuscolo e le ore notturne. Se l’itinerario attraversa una strada carrozzabile, come purtroppo spesso avviene, si può verificare una moria di animali schiacciati dalle automobili. Per di più in genere a farne le spese sono proprio gli adulti riproduttori, travolti spesso ancor prima di avere deposto le uova. Recenti studi su tratti stradali campione hanno stimato che ogni anno il traffico automobilistico travolge sulle strade lombarde più di un milione di esemplari adulti di Anfibi.
Il Gruppo, con il coordinamento dell’erpetologo e socio Alberto Pozzi, ha iniziato la programmazione di interventi di salvaguardia nel 1984, studiando espressamente il problema sul Lago del Segrino. Nel 1986, in accordo con le autorità locali, sono state tese delle basse reti, non superabili dai rospi, che li costringevano a seguirle fino ad un tombino di sottopasso stradale oppure fino a delle depressioni dove era stato posto un secchio.
Alcuni volontari del Gruppo, una o più volte al giorno nel periodo della migrazione, prendevano i secchi pieni di rospi, attraversavano la strada e li liberavano sulla sponda del lago. La stessa manovra veniva compiuta nelle settimane successive, quando iniziava la migrazione di ritorno.
L’idea pionieristica del Gruppo Naturalistico della Brianza è stata fatta propria dalle Istituzioni competenti. Dal 1990 in Lombardia è stato infatti attivato il “Progetto Rospi”, promosso dall’erpetologo Vincenzo Ferri. Scopo di questo progetto è quello di garantire le trasmigrazioni stagionali e gli spostamenti tra i diversi habitat delle grosse popolazioni lombarde di Anfibi, nonché promuovere altre attività di conservazione attiva e di censimento e aumentare l’interesse generale verso le problematiche di salvaguardia di tutta la piccola fauna.
A partire dal 1991 sono stati formati e attivati gruppi di volontari (Guardie Ecologiche Volontarie, attivisti di associazioni protezioniste e animaliste, studenti di scuole superiori e appassionati) che operano nelle località interessate da importanti migrazioni di Anfibi. Durante le operazioni di salvataggio vengono raccolte alcune informazioni sugli animali mediante schede; l’analisi di questi dati (riuniti in una apposita banca-dati generale del “Progetto ROSPI”) potrà permettere valutazioni sulla numerosità delle popolazioni, le dimensioni di maschi e femmine e il loro rapporto numerico, per affrontare su base scientifica la programmazione degli interventi di conservazione attiva sul territorio.
Dal 2005 In Lombardia sono operativi due Centri Anfibi regionali: la Stazione Sperimentale regionale per lo Studio e la Conservazione degli Anfibi del Lago d’Endine, gestita dalla Comunità Montana di Val Cavallina (BG) (con competenza nelle province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo e Brescia) e quella di Monticchie, gestita dal Comune di Somaglia (LO), per le province di Pavia, Lodi, Milano, Monza, Cremona e Mantova.
Nonostante le difficoltà, è significativo il successo di questa iniziativa. Da poco meno di 10000 Anfibi salvati nel 1992 si è passati a 45.500 nel 2016 in Lombardia, ma ancora molto resta da fare in numerose località ancora prive di tutela. I salvataggi hanno interessato non solo il rospo comune, ma anche altre specie di Anfibi, tra cui la rana verde, la rara rana di Lataste, endemica della Pianura Padana, la salamandra, la raganella, il tritone.
L’esperienza e l’esempio del “Progetto Rospi” in Lombardia sono serviti in questi anni per l’attivazione o la programmazione di altre simili iniziative italiane (ad esempio in Provincia di Torino LEGAMBIENTE con la “Notte dei Rospi”; Progetto “Bufo bufo” del WWF Toscana; Progetto Anfibi Abruzzo; Progetto Piccola Fauna Marche; Progetto della LAC in Veneto).
Il Gruppo Naturalistico si è anche mosso sul versante più strettamente legislativo: con i suoi esperti, in particolare Alberto Pozzi, ha collaborato alla stesura di alcuni articoli della Legge Regionale n.33 del 27 luglio 1977, “Provvedimenti in materia di tutela ambientale ed ecologica”, con cui si proibiva la raccolta e la distruzione di uova e di girini di tutti le specie di Anfibi, la cattura, il trasporto e il commercio dei rospi, in aggiunta alle disposizioni di protezione delle rane adulte. Attualmente questa legge è stata sostituita dalla L.R. n.10 del 31 marzo 2008, “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea), che ha mantenuto il divieto di cattura, di uccisione volontaria e di detenzione dei rospi e di molti altri Anfibi, che anche se poco amati dal grande pubblico, ricoprono un importante ruolo nell’ecosistema.