Pionieri della protezione della flora

Pionieri della protezione della flora

Nei suoi cinquant’anni di storia, il Gruppo Naturalistico della Brianza si è preso molto a cuore la protezione della flora spontanea, specialmente di quella alpina. Infatti, a seguito di una specifica richiesta del Presidente Achermann, l’allora prefetto dott. Pecchino nel 1968 ha emesso un Decreto per la tutela della flora spontanea nella Provincia di Como, nel quale figuravano protette ventuno specie di fiori.
Pur soddisfatti di questo primo risultato, ci si è resi conto che un decreto Prefettizio avrebbe avuto soltanto un effetto di carattere psicologico, perché mancava di una solida base giuridica, per carenze nella legislazione vigente al riguardo.
Pochi mesi dopo l’istituzione della Regione Lombardia, il Gruppo ha avanzato nel 1971 una proposta di legge per la protezione della flora spontanea, presentando all’Assessorato competente un’ampia documentazione al riguardo. Nel 1973 il Consiglio Regionale Lombardo, nonché il Commissario del Governo, approvarono una legge che prevedeva la protezione della flora spontanea, la L.R. n. 58 del 17 dicembre 1973 “Istituzione delle Riserve Naturali e protezione della flora spontanea”, ora abrogata.
Seguendo la prassi di questa Legge il Gruppo ha proposto al Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Como, dott. Giovanni Fiamminghi, un elenco di ben quarantadue specie, elaborato dal noto botanico e nostro socio prof. Giovanni Fornaciari.
La Regione Lombardia ha poi provveduto a perfezionare le norme di tutela della flora spontanea, con l’approvazione della L.R. n. 33 del 27 luglio 1977, “Provvedimenti in materia di tutela ambientale ed ecologica”, alla cui stesura alcuni soci del Gruppo hanno attivamente partecipato. Attualmente questa legge è stata sostituita dalla L.R. n.10 del 31 marzo 2008, “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea).
Queste leggi hanno frenato le insensate distruzioni di fiori che avvenivano nel passato, così che la flora spontanea in modo sorprendente ha riconquistato i terreni che si erano così tanto impoveriti sia nelle Prealpi che nelle Alpi.
Quindi, l’importanza di queste norme di protezione non si esaurisce solo nella salvaguardia dei “poveri fiorellini”, ma ha un significato più ampio di tutela della diversità biologica e soprattutto di protezione degli ambienti naturali della Lombardia.