Un numero di “Natura e Civiltà” per salvare l’area del Monte San Primo

L’ultimo numero uscito della rivista Natura e Civiltà era dedicato alle nostre recenti attività, in particolare all’importante azione che il nostro Gruppo, insieme con altre associazioni ambientaliste, sta portando avanti per chiedere alla Comunità Montana Triangolo Lariano e al Comune di Bellagio di rinunciare al loro progetto di “rilancio turistico” del Monte San Primo (che avrebbe già ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro) o, almeno, di stralciare le opere con maggior impatto ambientale. Stiamo parlando di quelle relative all’innevamento artificiale, agli impianti di risalita, ai tapis roulant, ai parcheggi, al parco-giochi, agli edifici connessi, perché rappresentano un potenziale rischio per l’equilibrio ambientale della zona del San Primo. In particolare l’innevamento artificiale rappresenterebbe uno spreco di acqua e di energia, le nuove costruzioni costituirebbero un inutile consumo di suolo su aree naturalistiche di pregio ambientale, incrementando la cementificazione del territorio, i parcheggi (nuovi o in ampliamento) non farebbero altro che incentivare la mobilità su auto private che già oggi, in particolare durante le giornate festive, creano traffico e inquinamento nella zona.

L’industria della neve – scrive il nostro Presidente Roberto Cerati « è una delle attività che dovranno essere ripensate in relazione al cambiamento climatico in atto che sta innalzando la quota dello zero termico. A causa delle conseguenze sull’economia di alcune aree di montagna, ad oggi non sono state trovate soluzioni e si è perseguita la scelta più scontata: tamponare il problema con il ricorso alla tecnologia dell’innevamento artificiale, in una prospettiva fallimentare quando a mancare è innanzitutto la temperatura adeguata per mantenere la neve. Vi sono situazioni però in cui anche lo sforzo di ricorrere all’innevamento artificiale sembra già ora, e non solo in prospettiva, un inutile impiego di denaro (pubblico) a cui si aggiungono danni per l’ambiente. In altre situazioni la ricerca di nuove proposte per lo sci intacca direttamente zone protette. Ma la montagna è da considerare solo uno spazio per costruire nuove attrazioni?».

Buona lettura!